2021: ANNO DEDICATO A SAN GIUSEPPE

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La Fuga in EGITTO (pala del Fiasella sovratante l'altare)

In occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della proclamazione di San Giuseppe Patrono della Chiesa  universale, Papa Francesco ha indetto uno speciale Anno di San Giuseppe. Per questa occasione è concessa l'Indulgenza plenaria.

CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA
"Si concede l'Indulgenza plenaria:

- a quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una giornata che preveda una meditazione su San Giuseppe";

Formelle del portale della Basilica

- a "coloro i quali, sull'esempio di San Giuseppe, compiranno un'opera di misericordia corporale o spirituale, potranno ugualmente conseguire il dono dell'Indulgenza plenaria";

- "si concede l'Indulgenza plenaria per la recita del Santo Rosario nelle famiglie e tra fidanzati".

- "chiunque affiderà quotidianamente la propria attività alla protezione di San Giuseppe e ogni fedele che invocherà con preghiere l'intercessione dell'artigiano di Nazareth, affinché chi è in cerca di lavoro possa trovare un'occupazione e il lavoro di tutti sia più dignitoso";

- "ai fedeli che reciteranno qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di San Giuseppe, per esempio 'A te, o Beato Giuseppe', specialmente nelle ricorrenze del 19 marzo e del 1° maggio, nella Festa della Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, nella domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del Santo secondo la tradizione latina".

Malati gravi (portone)

Nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, il dono dell’Indulgenza plenaria "è particolarmente esteso agli anziani, ai malati, agli agonizzanti e a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati ad uscire di casa, i quali con l’animo distaccato da qualsiasi peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre solite condizioni, nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, reciteranno un atto di pietà in onore di San Giuseppe, conforto dei malati e Patrono della buona morte, offrendo con fiducia a Dio i dolori e i disagi della propria vita".

Per ricordarci quanto sopra descritto l'altare a Lui dedicato, rimarrà addobbato solennemente e una lampada vi arderà di continuo in modo che “ogni fedele sull'esempio di S.Giuseppe possa rafforzare quotidianamente la propria vita di fede nel pieno compimento della volontà di Dio”.

S. GIUSEPPE NEI VANGELI.

Dagli evangelisti Matteo e Luca conosciamo il nome di Giuseppe, il padre legale di Gesù e sposo di Maria. Matteo aggiunge che è un “carpentiere”, cioè un artigiano che lavora il legno, la pietra o il ferro e fa di lui un ritratto indimenticabile: “Giuseppe sposo di Maria, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto”.
“Era giusto”. Una giustizia che non è semplicemente quella derivante dall’osservanza scrupolosa dei comandamenti, ma che è ricerca della volontà divina che Giuseppe accoglie con obbedienza piena. Attraverso questa obbedienza inizia per Giuseppe una vita nuova con la scoperta di un senso più profondo del suo essere sposo e padre. Sarà lui, secondo l’ordine ricevuto dall’angelo, a dare il nome di Gesù al figlio generato da Maria. L’atto del dare il nome significa che egli conferisce a quel bambino la sua identità sociale e che, proprio per questo, Gesù può essere riconosciuto quale vero discendente di Davide, così come predetto dalle scritture. In sintesi la sua figura è caratterizzata da tre aspetti: Giuseppe è l’uomo dei sogni, è l’obbediente che accoglie la volontà di Dio, è l’uomo che sa “prendere con sé”, cioè sa prendersi davvero cura delle persone affidategli.
Agli ordini angelici Giuseppe obbedisce sempre prontamente e ogni volta nel Vangelo ricorre l’espressione: “prese con sé”. La prima volta è al termine dell’Annunciazione, poi prima dell’esilio in Egitto e infine quando si tratta di tornare dall’Egitto. Emerge la figura di Giuseppe come uomo che ha scoperto che la sua forza è quella di prendersi cura e di accogliere con sé Maria e il Bambino, sempre, prontamente, anche nel momento dell’incombente pericolo. Durante l’infanzia di Gesù, Giuseppe con il suo lavoro si dedicò  alle esigenze della famiglia curandosi non solo delle necessità materiali ma assumendosi le responsabilità nell’adempiere anche gli obblighi rituali e cultuali. Fu al fianco di Maria dalla nascita alla circoncisione del bambino, fino alla presentazione al Tempio di Gerusalemme e al misterioso episodio dello smarrimento e ritrovamento di Gesù dodicenne fra i dottori del tempio. Tutto ciò suggerisce la realtà di una coppia realmente affiatata e l’evangelista Luca non esita a designare per due volte Giuseppe come “padre di Gesù”.
Quando Gesù entra nell’età adulta e inizia la sua vita pubblica nei Vangeli scompare la figura di Giuseppe. Da ciò la tradizione ne deduce la morte circondato dalla presenza di Maria e di Gesù. Ed è per questo che egli è il protettore del moribondo cristiano, che affronta il trapasso con tutti i conforti della fede.

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA

 

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