IL MIRACOLO DELLA LIBERAZIONE DALLA PESTE
Nel 1525 la popolazione pietrese fu decimata dalla peste. Gli abitanti superstiti chiusero le otto porte delle mura, misero le chiavi della città nelle mani di una antica icona in legno, dipinta nel 1494 dal genovese Barbagelata, raffigurante S. Nicolò di Bari che attualmente sovrasta l’altar maggiore della Basilica, e abbandonarono il paese, rifugiandosi a monte dell'abitato, ove costruirono delle baracche. Ancor oggi la zona è conosciuta con il nome “Baracchini”.
Giunta la mattina dell'8 luglio il suono a festa delle campane dell'antica parrocchiale svegliò gli abitanti che furono stupiti essendo il paese deserto.
Tornati entro le mura apparve loro sulla torre un vecchio ammantato in abiti pontificali. Saliti nella cella campanaria videro sulla campana maggiore il segno di una mano, visibile ancora attualmente (vedi foto) che la tradizione vuole sia quella di San Nicolò.
La Comunità, all’unanimità decise di erigere una nuova Chiesa parrocchiale.
Decise inoltre che la data dell’8 luglio doveva essere festeggiata per sempre, come ricorda una lapide affissa nella Chiesa vecchia. Da allora la festa è sempre stata celebrata: ancor oggi suonano le due antiche originali campane del 1505, nel centro si svolge la fiera e sfila la solenne processione nella quale decine di Confraternite provenienti da tutta la Liguria, accompagnano la pesante arca del Santo.
Venne inoltre scolpita una statua processionale, conservata nella Vecchia Chiesa parrocchiale, a ricordo questo avvenimento con scolpito ai piedi del santo il podestà "della Pietra" nell'atto di donare le chiavi originali in ferro della città.
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