Domenica 16 maggio, giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Oramai ci siamo: domenica 16 maggio, solennità dell’Ascensione del Signore, si terrà la 55ª edizione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Nel suo messaggio per questa occasione, Papa Francesco ci invita a “comunicare incontrando le persone dove e come sono”, cioè “a lasciare le comodità per conoscere la realtà degli altri”, “perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga”. La comunicazione è asse trasversale della società, pertanto la sua azione pastorale cerca di stimolare comunicatori che agiscono in senso positivo e invita coloro che partecipano ai mezzi di comunicazione sociale a indirizzare le loro politiche di comunicazione ‘verso la difesa e la promozione dei valori della persona, della famiglia, della corretta informazione e della libertà di espressione. Desidero dedicare il Messaggio, quest’anno, – scrive Francesco – alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.
Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga. C’è un richiamo all’essenza stessa del comunicare. Non si tratta di un’azione isolata o, al contrario, reiterata nel tempo; ogni comunicazione nasce (o dovrebbe nascere) dal un moto interiore di apertura totale verso l’altro. È la fatica e la bellezza di essere autentici. La preghiera del Papa a chiusura del messaggio diventa programma di lavoro. “Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi, e a incamminarci alla ricerca della verità…”. Buon cammino!