La Basilica di San Nicolò di Pietra Ligure è un imponente edificio di culto cattolico, la cui costruzione, in elegante stile barocco, ebbe inizio nel 1752 e durò fino al 1791 tra sospensioni, rinvii e svariate vicissitudini.
Consacrata al culto di San Nicola di Bari (chiamato San Nicolò), in ricordo della miracolosa liberazione dalla peste avvenuta nel 1525, la chiesa fu progettata da Giovanni Battista Montaldo, architetto di Genova, che progettò una monumentale struttura a navata unica, con una volta a “padiglione”. L’ampiezza della volta fu tra gli altri, uno dei problemi più gravi che ne rallentarono notevolmente la costruzione. Risulta che crollò più volte ma grazie alla perizia di diversi architetti tra cui, il più importante, Gaetano Cantoni che aveva già progettato il Duomo di Porto Maurizio e la chiesa parrocchiale di Pieve di Teco, fu definitivamente costruita. L’architetto che però portò a termine la cupola ed il tetto fu Giuseppe Fantoni nell’agosto del 1787.
(Per un approfondito studio sui vari architetti che progettarono e seguirono la costruzione della Basilica consultare "la Nuova Chiesa Parrocchiale" di don G. Guaraglia pag. 41 e seguenti)
La facciata
La Basilica con la facciata in stile barocco rinascimentale, compresa tra due campanili gemelli di 33 x 33 metri con guglie sormontate dalla croce, fu completata, su disegno dell’ingegnere Padre Ampognani dei Minori Osservanti, nel 1863.
Sulla facciata, sopra il portone centrale, si può ammirare con rinnovato splendore, il gruppo statuario di San Nicolò, realizzato in “plastico” nel 1863 dallo scultore Antonio Brilla così come le statue di S. Pietro e S. Paolo poste in corrispondenza dei due campanili.
Delle quattro porte in bronzo realizzate dal 1986 al 1995 in occasione del secondo centenario della Basilica dallo scultore Andrea Monfredini, tre arricchiscono la facciata: la porta in posizione centrale, la porta lato monte e a quella lato mare, corrispondono tre finestroni lobati con vetrata istoriata. Sopra le due porte laterali sono murate due lapidi che narrano le motivazioni della costruzione della Chiesa.
L’interno
Come si entra in chiesa, ci si rende subito conto della sua ampiezza e preziosità per la grandiosità della navata unica, in stile romano, per l’immensa volta a padiglione in cui è dipinto il paradiso, le pareti e le cappelle coperte di decorazioni tutte eseguite "a fresco" e non "a tempera", per cui i colori, imbevuti nell'intonaco, rimangono a tutt'oggi indelebili Le pitture figurative, quasi tutte rappresentanti episodi della vita di S. Nicolò, sono opera di Luigi Sacco mentre le figure e i medaglioni furono affrescati da Antonio Novaro. Non esiste un angolo della chiesa, della navata e del presbiterio, nelle cappelle e nell’atrio che non sia rivelazione continua di figure, di stucchi e di decorazioni. Eppure, nel complesso, il grandioso non è pesante ma elegante e armonioso da qualsiasi punto il tempio venga ammirato.
Tutto attorno alla volta sono affrescate, come era in uso nelle chiese ottocentesche, angeli rappresentanti le virtù. Nei quattro angoli sono poste le quattro virtù cardinali: fortezza con a fianco il leone, la giustizia con la spada, la bilancia e il cartiglio latino “unicuique suum”, la temperanza che versa acqua in una brocca e la prudenza con il classico serpente e lo specchio per guardarsi alle spalle.
Tra le numerose preziosità artistiche spicca nell’abside la tavola di S. Nicolò. Raffigura il santo vescovo assiso in trono ed è la parte superstite di un grande trittico, collocato in origine nella vecchia parrocchiale. Venne dipinta nel 1498 da Giovanni Barbagelata, artista genovese molto noto tra la fine del ‘400 e i primi del ‘500. Questa pala è molto cara ai pietresi perché su un chiodo piantato nella mano che regge il pastorale vennero appese le chiavi della città quando nel 1525, abbandonarono Pietra, a causa della peste che imperversava in città, affidando simbolicamente la stessa al Santo. In seguito, dopo il miracolo della liberazione dalla peste nacque la consuetudine di appendere con chiodi gli ex-voto alla pala e questa subì danni consistenti, riparati con un restauro nel 2009.
Una delle opere artisticamente più importanti della Basilica è il CRISTO Processionale scolpito agli inizi del 1700 da Anton Maria Maragliano, un tempo collocato nell’oratorio di S.Caterina. Il volto bellissimo, l’anatomia e la trattazione dei lunghi capelli inanellati, i segni della passione offrono una immagine molto suggestiva e inducono a una partecipazione emotiva alla passione di Cristo.
Nella Basilica, è possibile ammirare 16 vetrate (per una superficie totale di circa mq. 120) distrutte dai bombardamenti dell’ultimo conflitto furono finite di riparare nel 1991. Nella prima vetrata, quella più antica che appare sulla facciata, vi sono rappresentati il Calice Eucaristico al centro, con San Giovanni Battista e San Paolo ai lati. Dal lato mare, la Casa della Divina Provvidenza con S. Giuseppe Cottolengo e attorno malati e anziani. Verso monte, San Giovanni Bosco e Santa Maria Domenica Mazzarello attorniati da giovani e bambini. Quella sul centro dell’abside rappresenta Cristo, Re dell’universo, mentre ai lati le 2 vetrate contengono le immagini dell’Immacolata e di S. Nicolò.
Sopra il portone dell’ingresso centrale è sistemato l’organo di 1940 canne, 27 pedali e 29 registri. Venne costruito dalla ditta Cavalli di Lodi ai primi del ‘900.
Particolare dell'Assunta del Brilla
Una delle statue meglio riuscite allo scultore savonese Antonio Brilla è la statua processionale dell’Assunta. Venne commissionata da Don G. Bado nel 1858 (anno della apparizioni di Lourdes) il quale introdusse in Pietra i festeggiamenti della festività.
Nella Chiesa sono presenti 8 statue, realizzate in “plastico”, come quelle della facciata, consistente in un'intelaiatura di ferro rivestita da un impasto di polvere di marmo, pozzolana, calce e alabastro. Esse rappresentano i 4 evangelisti (S.Giovanni, S.Luca, S,Matteo, S.Marco) e i 4 dottori della Chiesa: due della chiesa orientale, S. Gerolamo, S. Gregorio, e due di quella occidentale: S. Ambrogio e S. Agostino. Tutte queste sculture sono di Antonio Brilla (1870) autore anche delle statue della facciata.
L’altare maggiore è opera dei fratelli Stella, famosi marmorini genovesi che lo realizzarono intorno al 1720 per la Cattedrale di Albenga. Venne tolto dalla Cattedrale per riportarla al suo stile romanico primitivo e rimontato nel 2009 nella basilica di Pietra distanziando la mensa dal frontone in modo da poter celebrare la Messa guardando il popolo come raccomandato dal Concilio vaticano II.
L’inaugurazione della nuova chiesa avvenne nel 1791 ma nell’interno c’erano molte opere ancora da completare, prime fra tutte le cappelle degli altari. Dato che la situazione finanziaria era molto precaria, il Parlamento pietrese deliberò di offrire ai privati il gius-patronato delle cappelle a condizione che gli assegnatari si assumessero l’onere di portarle a termine secondo indicazioni precise del parlamento stesso.
All’interno della Basilica ci sono 8 altari laterali che un tempo venivano utilizzati, per riunirsi, da varie Associazioni dette “compagnie”. La cappella di S. Isidoro che era affidata alla compagnia degli agricoltori. Il cappellone dell’Assunta alla compagnia dei patroni marittimi. In una piccola cappelletta a fianco dell’altare dal 2016 si possono venerare le reliquie, per la precisione una goccia di sangue, di S.Teresa di Calcutta.
La cappella del crocefisso con la pregevole tela dei fratelli Montanari del 1606. Le due cappelle a fianco dell’altar maggiore: quella dei Capitani di S.Antonio, sopra la quale troneggia la tela di Domenico Piola e quella del SS. Sacramento. Nella parete a sinistra dell’altare del SS.mo Sacramento, sul cui altare è posto il quadro del Sacro Cuore (opera di Stefano Casabona del 1791) è murato un pregevole ciborio di stile gotico, un’opera tra le più antiche della Basilica. Ritornando verso l’uscita possiamo ammirare l’altare della deposizione dalla croce, contenente la statua del Cristo morto portato in processione il venerdì santo dalla confraternita dei Neri. C‘è poi il cappellone di S.Giuseppe seguito dalla cappella di S.Francesco d’Assisi con la tela dei primi del 1600 dipinta da Castellino Castello. Questa cappella è dedicata a N.S. "Salus infirmorum" perchè sotto la pala nel 2018 è stata reintronizzata nel suo sito originario la taumaturgica antica immagine della Madonna della salute a cui i Pietresi sono particolarmente devoti.
Il pulpito e il coro sono da considerarsi tra i maggiori capolavori lignei della Basilica. Di noce scura furono acquistati nel 1794 dal capitano pietrese Luigi Oxilia che si trovava con il bastimento "La Pietra", di proprietà degli armatori Accame, a Marsiglia, mentre i rivoluzionari stavano mettendoli fuori dalla Cattedrale per darli alle fiamme. Erano stati scolpiti a Parigi alla fine del 1600 – inizio 1700 ed installati in quell’epoca nella cattedrale. Il capitano Oxilia li comprò, li caricò e li portò con la sua nave a Pietra. Scaricati nella chiesa nuova vi furono installati a cura di un “bancalaro” piemontese.
Nella nicchia vicino all’ingresso laterale a monte si può ammirare il gruppo statuario di S. Nicolò, scolpito nel 1887 dal Brilla, chiamato “S. Nicolò d’inverno” perchè viene portato in processione il 6 dicembre festa patronale.
L’altra statua processionale, quella del 1600, conservata in chiesa vecchia, viene invece chiamata S.Nicolò d’estate perché viene portata in processione l’8 luglio festa del Miracolo di S.Nicolò.